venerdì 20 giugno 2008

Estasi aurale.



Foto: Ansel Adams.

Di quanta verità abbiamo bisogno nella ricerca della bellezza ?

Di quanta verità abbiamo bisogno nella ricerca dell'illusione?

Oppure, invertendo i termini, può un'illusione aiutare nella ricerca della verità ?

Nel mondo dell'audio, che, per molti, è rappresentato dalla facile strada dello shopping isterico, la ricerca dell'estasi musicale e' lunga e difficile, e non e' detto, anzi è improbabile , che l'obiettivo venga raggiunto, i fatti lo dimostrano, l'insoddisfazione latente o cronica e' la regola in questo settore.

La mancanza di consapevolezza del vero obiettivo, che spesso non si conosce, pur illudendosi spesso di averlo individuato, rende l'appassionato dipendente da chi dispensa consigli su cosa ascoltare, come si deve ascoltare e come acquisire sicurezza con il minimo di sforzo ed esperienza.

Spesso tutto questo e' temperato da una apparente concessione di una libertà personale di giudizio, un soggettivismo pesantemente condizionato dalla reiterata imposizione di cultura espressa in formule e luoghi comuni.

E' necessario fuggire da questo tipo di libertà , la libertà inquadrata e limitata dall'osservanza del canone tecnico.

E' la qualità dell'illusione ciò che conta !

Internet ha allargato la possibilità di acquisire cultura, abbiamo oggi risorse illimitate di conoscenza a cui attingere, ma purtroppo spesso non teniamo conto che la ricerca dell'estasi e' legata alla capacita' di illusione emanata dall'oggetto, e ,quasi mai, l'illusione e' tecnicamente razionalizzabile.

Quanto e' pericolosa la conoscenza ?

Dosi massicce di conoscenza potrebbero essere letali per chi non volesse limitare la propria immaginazione e la ricerca del bello , a meno di mantenere sempre la conoscenza al servizio dell'arte.

E' letale se si cade nella trappola dell'ortodossia , che nel campo audio raramente ha prodotto la tanto agognata estasi .

Tutti noi vorremmo sempre spiegazioni semplici a problemi complessi.

"Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem".

Guiglielmo di Occam, filosofo del 14° secolo, affermava che all'interno di un ragionamento vanno sempre preferite la semplicità e la sinteticità , fra le varie spiegazioni di un fenomeno spesso la più semplice e' quella che spiega meglio la causa dell'evento.

La difficile e contorta materia della riproduzione musicale, intrisa di tecnicismo ,inscindibile pero' dalla percezione soggettiva, può essere risolta in modo semplice da una ricerca di suggestione e di puro abbandono al piacere dell'ascolto, che spesso si perde , paradossalmente nel tentativo di accrescerlo, o , ancor di più , tentando di studiare , decifrare e razionalizzare tecnicamente l'esperienza musicale.

mercoledì 18 giugno 2008

12 certezze in un sistema di riproduzione della Musica.


1) La Musica, come l'amore, è un'emozione e non può essere misurata.

2) La conoscenza e la consapevolezza della musica, aumenta se le si da ascolto.

3) Tutti i sistemi audio sono un caos tecnico, nessuno ha mai misurato un sistema completo.

4) Un sistema audio allo stato dell'arte e' quello che pressa il tasto giusto che induce all'estasi musicale.

5) Non c'e' relazione fra risposta lineare e soddisfazione musicale.

6) Misure di distorsione con segnali statici non hanno relazione con la Musica.

7) Nessuno può conoscere ciò che è contenuto in un supporto musicale.

8) Tutti i sistemi audio sono strumenti musicali ed, in quanto tali, hanno personalità propria.

9) I diffusori acustici sono l'elemento più debole della catena.

10) E' impossibile la valutazione di un sistema di altoparlanti scisso dagli altri componenenti.

11) L'ambiente modifica il suono del sistema.

12) Valori di valutazione sono culturalmente determinati.

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lunedì 16 giugno 2008

Metafora aurale




Da una iniziale e semplicistica ricerca della fedeltà all'evento originale , acquisita l'impossibilita' di replicarne la qualità che, oltretutto, non può essere presente nel supporto in quanto mediata e filtrata dalle apparecchiature di ripresa, l'obiettivo della riproduzione audio di qualità si e' via via spostato verso la ricreazione di un evento a se stante, creatore e generatore di emozione , coinvolgimento , estasi, una forma d'arte che vede l'appassionato utilizzatore, assumere il ruolo di artista nella doppia posizione di creatore e fruitore dell'opera.

Antiscientifica proprio per la soggettivizzazione, apparentemente sostitutiva di un rigore nella scelta tecnica delle apparecchiature, questa filosofia ha aperto la strada ad una riduzione dell'approccio tecnicistico e le sue certezze supportate da dati e misure obiettive, a favore di una visione maggiormente artistica del prodotto audio come generatore di piacere musicale.

Come mai la fotografia in bianco e nero è spesso così vicina all'arte nonostante la completa mancanza dei colori della realtà , della quale e' apparentemente una sbiadita copia ?

Ansel Adams utilizzava la tecnica della "zona", un procedimento di fine tuning finalizzato a rivelare la massima lespressività del bianco e nero.
Una sottile analisi e messa a punto delle varie gradazioni tonali, orientate ad una visione globale della fotografia, il controllo di tante singole parti del fotogramma nell' un'ottica di una globale, perfetta coesione.
Ogni elemento, ottiche, carta, sviluppo,stampa, ottimizzato e finalizzato ad ottenere il massimo dalle limitate gradazioni tonali del bianco e nero.

Una variazione di un dettaglio ed il tutto deve essere rivisto!

C'è un' interdipendenza, in un processo fotografico, dalla ripresa alla stampa, così delicata tanto quanto quella dell'assemblaggio di un sistema di riproduzione della musica.

Il tutto per la creazione di una metafora.

Ed è nella nella qualità della metafora che si realizza l'arte.

Ed è nell'essenza della metafora, la necessità di una limitazione, affinchè l'immaginazione possa emergere e dominare.

Il bianco e nero di maestri del cinema e della fotografia, non ci impedisce di commuoverci davanti alla loro arte: non è la realtà delle loro immagini, ma la nostra immaginazione a creare coinvolgimento ed estasi.

Ansel Adams ha immortalato con stupende foto, il Colorado e le sue Montagne Rocciose.

E' indubbio il loro fascino , la loro bellezza e maestosità , irriproducibile con qualsiasi mezzo tecnico, ma queste foto, in un limitato bianco e nero, comunicano un'emozione diversa, una diversa esperienza che scaturisce dall' obbligare l' immaginazione a completare quello che l'opera non ha consegnato.

Il bianco e nero ci costringe ad una diversa relazione col soggetto, permettendoci di personalizzare ed espandere le nostre sensazioni.

Nelle foto di Adams, le montagne, gli alberi, i fiori, non vogliono comunicare la realtà , ma rappresentare la "montagnità" , l' "alberità" , la "fiorità" , i concetti originali che la nostra fantasia tradurrà nella nostra montagna, nel nostro fiore , nel nostro albero.

Cosi è per la musica riprodotta in casa, che non e' e non può essere l' evento originale, così come una foto non rappresenta e non vuole rappresentare il reale panorama delle Montagne Rocciose.
Se si tentasse di replicare l'originale, ammettendo fosse possibile, sarebbe un limite, paradossalmente, per una più profonda forma di trascendenza artistica.

La musica ricreata in casa da un sistema di riproduzione, è una parzialissima replica della realtà , è come una foto in bianco e nero che, nonostante la sua limitazione, certamente non impedisce e mai ha impedito il coinvolgimento e la capacità evocativa dell'ascoltatore.

Una minuscola parte dell'evento musicale originale capace di produrre un'illimitato godimento attraverso l''ascolto.

Un miracolo !

Ed è paradossale come spesso il piacere diminuisca o cessi, proprio quando si proceda nel vano tentativo del pretendere la realtà da un'immagine.

E' la qualità dell'illusione è ciò che conta !

Fantasia ed immaginazione, imprescindibili ingredienti dell' illusione, si rivelano, nell'arte, fondamentali elementi in grado di travalicare, espandendoli, i limitati confini di una riproduzione.