lunedì 31 maggio 2010

Franco Serblin 2010 : Ktema



Maggio 2010

La nascita di Ktéma



Mi presento:

Sono Ktéma, un diffusore acustico, nata per raccontare, con il linguaggio della Musica, ciò che non può essere narrato neppure con le parole più segrete.

Sono stata forgiata dall’unione della vecchia e perseverante esperienza con lo spirito leggero, libero ed indagatore.

La mia nascita è stata frutto del caso, dello strano destino di situazioni ed eventi, semplici all'apparenza, ma nondimeno affascinanti per la loro capacità di generare grandi passioni e grandi entusiasmi.

Un misterioso inanellarsi di vicende, una semplice frase scritta con un pennarello a margine di uno schema elettrico, ha rappresentato l’ìncipit del tutto, un laborioso progetto che pian piano ha preso corpo e spessore.

Un amico, con il quale per molti anni il mio creatore aveva costantemente intessuto una puntuale ed attenta ricerca mirata al significato profondo del "fare riproduzione musicale", con due semplici righe in un foglietto tracciò un giorno un'ipotesi che metteva in discussione tutto quanto realizzato fino a quel momento:

A quando un diffusore "Ktema es aei" in alternativa ai tanti "Panta rei" ?

Lo storico greco Tucidide introdusse una concezione ciclica della storia, dalla quale deriva la necessità di conoscere il passato per poter comprendere il presente e, nei limiti dell'umano, prevedere il futuro; la storia quindi è κτῆμα ἐς αἰεί (Ktêma es aei, possesso perenne), ha cioè dei principi universali che sono validi per ogni epoca.

Obiettivo suggerito quindi, realizzare un diffusore acustico che rappresentasse altrettanto un'acquisizione perenne e duratura, musicalmente non scalfibile dal tempo, ed in alternativa ai tanti oggetti "panta rei", tutto passa e viene superato, tipici di un mercato che non ha certamente la Musica come obiettivo primario.

Un invito dunque, alla fine di un ciclo, a realizzare qualcosa che “rimanesse”, che potesse rappresentare un “valore per sempre” in un mondo in perenne divenire.
Un' alternativa a tecnologie e ricerche, per definizione sempre nuove ed avanzate, ma spesso viziate da un continuo e sterile superamento di se stesse.

Era necessario quindi riuscire a trovare una stabilità nella impetuosa e continua “corrente” delle forma e della sostanza e fu subito chiaro quanto la sfida fosse davvero affascinante!

Dopo un iniziale sconcerto, l'entusiasmo pervase il mio “formatore”.

Lo stimolava l'idea di dedicare la sua futura attività progettuale ad una “testimonianza” che potesse persistere nel tempo, quasi una “scialuppa”, galleggiante sulle imprescindibili onde del “panta rei”…

"Exegi monumentum aere perennius"....

Ho eretto un monumento più duraturo del bronzo...., con questa frase iniziava un'ode autocelebrativa del poeta latino Orazio, volta a sottolineare il desiderio, umano, di affidare a qualcosa che rimane, la traccia del proprio passaggio .

Il mitico "Snail" con la sua leonardesca struttura aveva dato l'avvio ad un nuovo modo di concepire il trasduttore musicale.

Da allora, nel tempo, Il mio progettista aveva sempre mantenuto un coerente approccio, una caparbia e spontanea artigianalità che aveva rappresentato un saldo continuum nella realizzazione di tutti i figli di quel progetto, figli di una stessa ispirazione e di un costante desiderio di bellezza e di semplicità. Ricordo con grande affetto le mie antenate “Parva” la piccola “Minima”, la sua sorella maggiore “Minima Amator”, e poi Electa, Extrema, Guarneri, Stradivari, Amati..., il mio albero genealogico è ricco di strumenti di musica che, a loro tempo e modo, hanno accompagnato e sottolineato le esperienze musicali di appassionati di tutto il mondo.

Diceva Oscar Wilde: La fantasia imita, è lo spirito critico quello che crea.

Il mio creatore mi voleva diversa, non mi voleva come un'imitazione delle mie pur nobili antenate, consapevole che questo inventare e progredire avrebbe significato per lui il dover mettere in discussione sofferte acquisizioni del passato, il dover infrangere regole e comode verità acquisite, il dover scavare, approfondire, sintetizzare, complicare, semplificare.. accettare lo stimolo di non gratificanti critiche, seguire insomma una strada dissestata quando ne avrebbe potuta percorrere una molto più agevole.

Il greco Pindaro ricordava spesso che i giorni che verranno saranno i testimoni più saggi di ciò che oggi creiamo.

Capisco che, per definizione, non vi possa essere “un prodotto” tale da poter resistere all’assalto del nuovo ed all’evoluzione delle tecniche, ma è pur vero che una certa "essenza” e “ragion d’essere", correlate a funzionalità, correttezza ed universalità, possano non poco contribuire affinchè qualcosa possa scavalcare il condizionamento e l’usura delle mode e del tempo.

Dovevo io, quindi, incarnare “un principio reggente”, immutabile nel tempo e contemporaneamente “materializzato” nel prodotto concepito… dovevo essere la mirabile fusione del “ktéma eis aei”, acquisizione perenne, con il “panta rei”, tutto scorre !

Avrei potuto essere un grande ed importante oggetto, maestoso e possente, tale da frastornare e stupire, con possibilità acustiche oltre il limite della percezione.
Avrei potuto avere illimitate regolazioni, molte voci e differenti personalità.

Il bisogno di semplice verità e “misura”, invece, è sempre stato il il motivo conduttore, che ha informato e retto il progetto dal quale io sono nata, progetto che non poteva non tenere in salda considerazione la necessità e la prioritaria esigenza di ogni vero e normale appassionato di musica: la credibilità e l'evocatività dell’evento musicale riprodotto.

Sono stata voluta, insomma, come creazione fresca, consapevole ed innovativa: una stimolante e piacevole compagna di tanti viaggi musicali.

Dovevo essere portatrice di un nuovo e forte concetto, ma nel contempo essere dotata di eleganza, funzionalità e facile fruibilità.

Molti, pertanto, i vettori che dovevano combinarsi per sfociare infine nella lucida concezione della mia nascita, e parecchi di questi, assolutamente anticonvenzionali.

Da molto tempo, prima che io nascessi, nella mente del mio realizzatore turbinava un pensiero, un’idea: riuscire ad evidenziare, nella scatola sonora che racchiude l’evento musicale riprodotto, ciò che più conta, ciò che maggiormente cattura l’attenzione dell’ascoltatore.

E’ così che è sbocciata la convinzione di dover sottolineare il “proscenio”, il luogo centrale dell’evento, convinzione che ha dato un perché alla mia forma ben precisa.


Atene: Herodes Atticus
Fonte di ispirazione di Ktema per forma e funzione
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Forse è stato proprio il sentire la necessità di riprodurre l’evento musicale nel modo più immediato, naturale e semplice possibile, che ha stimolato il desiderio di privilegiare il centro ideale del palcoscenico, il fulcro di ogni rappresentazione, quel proscenio che è
il luogo ove avviene l’azione scenica, ove l’ attenzione si concentra, ove si percepisce lo spazio virtuale che circonda il concertista, il solista, il cantante, l’elemento.

Ed è attorno a questo punto che si articola lo sviluppo del “contorno”, l’orchestra, il complesso cameristico, il gruppo degli strumentisti.

Un centro ed il suo spazio circostante. E' stata quindi una ben precisa scelta di campo il voler dedicare il massimo dell’attenzione al non disturbare, al non “sporcare” la parte centrale dello spettro acustico, la parte più delicata e sensibile dove l’orecchio percepisce le più insignificanti variazioni, dove la ricchezza e completezza armonica mettono in risalto la realtà timbrica degli strumenti, dove una minima alterazione della "fase" delle informazioni musicali potrebbe compromettere l'integrità e la naturalezza della riproduzione.

La “parte di contorno”, giusto supporto della parte solistica, acquisisce quindi una sua valenza ben precisa: una diffusione posteriore che accompagna e si integra con il “cuore” della musica senza invaderla, senza offuscarla.

Un registro grave ottimizzato attraverso una innovativa guida d’onda (seguendo la strada maestra tracciata da illustri maestri come Allison, Klipsch, Snell, Berkovitz… Guida d'onda, oggetto di una lunghissima ed attenta accordatura, alla fine sfociata in una nuova particolarità: offrire alle membrane degli altoparlanti una uguale “resistenza” sia per l’onda anteriore che per quella posteriore, creando, nell'oscillazione, una “sincronicità” assolutamente inaspettata.

Centro e spazio circostante, dunque: un punto nodale ed un supporto di contorno.
Scelta chiarissima da cui la progettazione e la costruzione della mia intelaiatura e del mio "vestito".

Io so che diversi anni sono trascorsi per selezionare e scegliere quei tre componenti inseriti nella mia parte frontale e so anche che quei tre trasduttori rappresentano lo stato dell’arte della componentistica ed incarnano una consolidata realtà, convalidata dai più prestigiosi laboratori di ricerca e da continui ed attenti ascolti So anche che prioritaria è stata la consapevolezza del fine ultimo della riproduzione musicale, non quello di semplicemente adeguarsi a specifici parametri tecnici, bensì, pur nell’obbligatorio rispetto della scienza, quello della “felicità” dell’orecchio dell’ascoltatore

Certo, alla fine il piacere e le emozioni derivate dal mio ascolto saranno sempre direttamente correlate alla sensibilità, alla cultura e alla conoscenza musicale dei miei ascoltatori.

Per questo ho trascorso un lungo periodo di verifica e di maturazione, ospite per un anno in casa di Andrea Bocelli e l’ammirazione e la stima che ha dimostrato per me, mi ha inorgoglita e resa sicura sul mio “modo” di porgere e sulla mia, personalissima, “versione dei fatti”…..

Così , di me, Andrea ha scritto al mio progettista la prima volta che mi ha ascoltata:

Carissimo Sig Serblin,
sono seduto di fronte ai diffusori, … e ascoltando il mio album…. ho sentito il bisogno di afferrare il computer e di scriverLe…. e congratularmi con Lei, per la qualità di questi diffusori e il piacere che conferiscono all'ascolto.
Anche la mia voce sembra più bella e calda!
I miei amici e produttori americani sono rimasti affascinati dalla pulizia e dalla presenza del suono.
Un vero e proprio teatro in casa, dove il cantante è proprio lì.. davanti a te..
….. congratulazioni vivissime per un "valore che è per sempre"...

Andrea Bocelli.


Ora non mi resta che augurare anche a voi un buon ascolto…


Vostra

Ktéma

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Specifications:

- Geometry: four-way topology, five units. The two low-frequency radiators are compression-loaded and room-interfaced at the lower part of the rear of the enclosure. Above the “fusion” frequency, the mid-high cardioid radiators reproduce the significant part of the spectrum, at the top section of the front of the cabinet.

- The cabinet is a rigid, triple arch-shaped structure. The two lateral front cheeks are concave, while the woofer compressor is convex.

- The tweeter is a well-established and time-proven 28mm soft-dome unit, created by Ragnar Lian, one of the greatest Danish masters of transducer design.

- The midrange array consists of two custom-made 4in units in a step-compensated baffle, in a cardioid acoustic-resistance configuration, for the most accurate reproduction of the musical perspective.

- The woofers are custom-made 9in metal cone, piston performance-optimised units, in a compression-controlled and room-interfaced configuration.

- The crossover is a mutational variable slope, coherent spatial radiation design.

- Yter pure Silver-Palladium mono-wiring used throughout.

Frequency Response: 26Hz - 33Khz, in room
Nominal Impedance: 4 ohm (minimum 3, 2 ohm at 70 Hz)
Sensitivity: 92 dB/W/m
Minimum power amplifier: 20W per channel
Dimensions: 42,5 cm × 46 cm × 111 cm (unpacked)
52 cm × 57 cm × 110,5 cm (packed)
Weight: 110 kg/pair (unpacked) - 127 kg/pair (packed)

Finishing: High gloss piano black, hand-polished aluminium top & bottom
Satin Sycamore, hand-polished aluminium top & bottom

 http://www.francoserblin.it/

venerdì 1 gennaio 2010

Audio upgrades and memory working



       Salvador Dali: persistenza della memoria

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May Belt

http://www.belt.demon.co.uk/

da: Regarding my 1998 talk


Ogni anno acquisiamo nuovi clienti che non possono ovviamente conoscere a fondo la "Belt Story", iniziata nei primi anni 80.

Molti altri, con noi da più lungo tempo, hanno invece una completa conoscenza dell'effetto dei nostri articoli e delle nostre tecniche riguardo la qualità della riproduzione sonora.

Cercherò di spiegare:

Gli appassionati di audio hanno spesso una diversa opinione e un diverso metro di valutazione su ciò che deve o dovrebbe essere considerato "buono" in termini di qualità sonora.

E' sempre vivo un interesse nel cercare di ottenere un miglioramento attraverso determinate tecniche e tweaking.

Si prova, si sperimenta, e, spesso, si riesce ad ottenere un risultato apparentemente migliore.
Se il risultato di partenza fosse già giudicato "buono" , il nuovo livello suggerirebbe logicamente di ricorrere al termine "eccellente".

Ma, se si dovesse tornare indietro rimuovendo la modifica o l'applicazione dell'accessorio che ha determinato il miglioramento, sarebbe difficoltoso continuare ad utilizzare il termine "buono": riascoltando il risultato precedente ci apparirà ben peggiore di quanto ci fosse sembrato di aver memorizzato in precedenza.

Molti dei nostri clienti non sono avvezzi a questa situazione e, dopo aver ottenuto dei miglioramenti, rimangono perplessi nel riscontrare come mediocre ciò che prima credevano fosse "buono".

Qualche anno fà (1998) durante una conferenza con un gruppo di clienti ed appassionati della filosofia PWB, ho ritenuto opportuno spiegare il concetto attraverso una particolare esperienza realmente accaduta.

E' necessario stabilire l'esatta cronologia dell'episodio alfine di spiegare in modo esaustivo il concetto.

La storia inizia con una visita al laboratorio di un famoso costruttore audio.

L'ingegnere progettista aveva sentito parlare delle tecniche di Peter (Peter W. Belt) ed era interessato a conoscerle.

Assumiamo quindi le ore tredici come inizio di questa storia.

L'ingegnere effettuava le sue prove di d'ascolto in un ambiente dove, in un lato erano disposti computers e varie apparecchiature di misura mentre in un 'altro era stato ricavato uno spazio dove venivano effettuati i test d'ascolto: una situazione comune a molti laboratori di ricerca e progettazione di componenti audio.

Fu deciso quindi di effettuare in questa ambientazione, quella dove abitualmente si svolgeva la maggior parte delle prove d'ascolto, la dimostrazione delle applicazioni e delle tecniche di Peter.

Le prime impressioni d'ascolto rivelarono una mediocre qualità sonora, il suono era noioso, lento e compresso, cosicchè chiedemmo di incrementare il volume nel tentativo di rendere il risultato più coinvolgente.

L'ingegnere ovviamente acconsentì, ma non prima di averci fatto notare che incrementando il livello la musica sarebbe diventata fastidiosa da ascoltare e che il suono intrinsecamente sarebbe diventato aspro ed aggressivo.

Infatti fu questo quello che avvenne.

Quando succede qualcosa del genere, istintivamente gli apppassionati attribuiscono la colpa alle varie apparecchiature, chi alla sorgente chi ai cavi chi all'amplificatore e chi, ovviamente, anche all'acustica ambientale.

Anche in quel caso l'ingegnere incolpò alcuni particolari della catena audio come causa del cattivo risultato.

Peter effettuò a questo punto alcuni trattamenti sui computers, sulle apparecchiature di misura e su altri oggetti presenti nella stanza.

Alle 13.15, dopo gli interventi, fu riascoltato il sistema.

Tutti commentammo positivamente il risultato ottenuto e la qualità del suono fu definita " migliore".

Peter, a questo punto, effettuò dei nuovi trattamenti sulla apparechiature in funzione e su altri oggetti presenti nell'ambiente ed, alle 13.30 con una nuova prova d'ascolto, fu verificato il nuovo risultato.

Tutti, d'accordo, giudicammo il risultato come "eccellente", e scoprimmo, per conseguenza, che potevano incrementare a piacere il volume senza che il suono diventasse aspro ed aggressivo e che la musica risultasse invadente.

Ora questo accade spesso a molti nostri clienti che si meravigliano di come, dopo aver utilizzato le nostre tecniche, possano portare in alto il volume senza che il suono diventi aggressivo e confusionario, e questo nonostante qualche attimo prima il risultato fosse sembrato essere comunque "buono".

Ricevo molte richieste di informazioni su questo aspetto che è l'elemento che più stupisce dopo l'applicazione dei trattamenti ed il conseguente ottenimento di una qualità sonora superiore.

Quello che quasi mai gli appassionati fanno nelle loro prove a confronto, è il ripeterle al contrario, tornare cioè indietro dopo aver ottenuto, attraverso una qualsiasi tecnica, un miglioramento della qualità dell'ascolto.

E non si chiedono come mai e per tanto tempo abbiano creduto che fosse la sorgente, che fossero i cavi, che fossero i diffusori che fosse l'amplificatore o un problema ambientale la causa del cattivo risultato, e come mai, senza aver cambiato nulla, il suono non sia più aspro ed aggressivo.

Si limitano a dire semplicemente semplicemente: è incredibile!

Peter alle 13.45 effettuò altri trattamenti e dopo un'ulteriore prova d'ascolto giudicammo finalmente "eccellente" il risultato.

A questo punto Peter decide di rimuovere alcuni trattamenti e, alle 14, riascoltammo il risultato: il suono sembrava decisamente peggiorato e fu necessario ridurre il volume d'ascolto perchè la musica risultava nuovamente confusa e fastidiosa.

Questo meravigliò non poco l'ingegnere che ci comunicò in questi termini le sue perplessità: - Peter, non capisco, questo suono non mi piace, ma mi rendo anche conto che quello che sto ascoltando è quello che un quarto d'ora fa giudicavo eccellente!

Ciò che in quella seduta mi ha veramente meravigliato è il vedere come un capo ingegnere, progettista e costruttore di apparecchiature audio, possa non avere alcuna idea del funzionamento della working memory (memoria di lavoro).

La working memory è parte del meccanismo di sopravvivenza e si aggiorna automaticamente a nuovi standards ed a nuove informazioni, SE e QUANDO queste appaiono importanti al nostro cervello.

Durante le prove d'ascolto effettuate, la working memory si era, attraverso la ripetizione dell'ascolto dopo i vari trattamenti, autoaggiornata ad uno standard progressivamente più alto.
Il ritorno ad uno step precedente, nonostante il risultato fosse stato fino a quel momento giudicato eccellente, risultava traumatico a causa dell' acquisizione di un superiore livello di qualità e, con esso, del corrispondente aggiornamento della working memory.

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Se usciamo da un'ambiente chiuso dove diverse persone fumano o hanno fumato, e passiamo ad uno meno inquinato, la sensazione tornando al precedente è quella non riuscire più ad accettare una situazione dove, appena qualche minuto prima, ci eravamo comunque adattati.

Acquisiamo, attraverso l'esperienza di un migliore vivibilità in un ambiente più pulito, l'informazione della precedente esistenza di un pericolo per la nostra salute, ed il dato acquisito, cattivo odore e sensazione di ambiente non confortevole, resterà nella nostra memoria come un caveat nel caso ci si presentasse nuovamente un'analoga situazione.

L'acquisizione di un miglior livello di qualità sonora, ancor più se seguito da un'assuefazione a lungo termine, crea di fatto un nuovo riferimento al nostro sistema percettivo, ed in relazione a questo verranno valutate e giudicate future informazioni che ci arriveranno da futuri stimoli musicali.

Solo se questi stimoli saranno coerenti e coincidenti con ciò che avremo memorizzato come standard di qualità, li acquisiremo e li giudicheremo positivamente.

Tenderemo ad utilizzare il termine "eccezionale", quando la qualità dell'evento supererà il livello del nostro standard qualitativo acquisito, ed è intuitivo dedurre come la variabilità soggettiva dei giudizi di valore non sia soltanto in funzione del gusto ma dello standard qualitativo preesistente, ovviamente diverso da individuo ad individuo.

Concentrarsi sul piacere dell'ascolto, molto facile agli inizi in assenza di standard qualitativi acquisiti, risulterà ora difficoltoso per l'ascoltatore evoluto, a causa dalla fisiologica impossibilità a non riconoscere o ignorare i difetti che balzano evidenti all'orecchio.
Il conseguente sdoppiamento dell'attenzione, sia alla tecnica che alla musica, impedirà come conseguenza, una rilassata e sensorialmente completa fruizione del messaggio musicale.

Audio upgrades and memory working. (English)






May Belt

http://www.belt.demon.co.uk/

From: Regarding my 1998 talk.


This year, we have had a group of new customers who, I have begun to realise, will not have been following the whole Belt story from the beginning (around the mid 1980s).

Many of our existing customers have been with us throughout that length of time and have developed a level of awareness of the effect of our devices and techniques and a fairly good understanding of their effect on the sound !!


Let me try to explain.

People can have what they regard as a level of sound from their equipment which they would (and do) describe as "good". Yes, they would like to improve their sound further if they could, so they become interested in reports of various so called 'tweaking' techniques. They try a technique, hear an improvement - an improvement where they would probably now describe the sound as 'excellent'. But, when they remove the technique (or device) and listen again they find that they can no longer describe the sound as they had done previously i.e as 'good' - even though, previously (before the 'tweak') they had been describing that same sound as 'good'.


Many of our existing customers are, by now, used to this effect happening and are no longer surprised or perplexed as to why they cannot just, automatically, go back to describing their sound as 'good', exactly as they had done previously !!


By the time (in 1998) when I did my talk to a group of P.W.B. Customers, I was already aware of this peculiarity and so, even though I had intended to do my talk in chronological order of our various discoveries, I decided to start my talk with a particular experience.


To set the scene for you I will describe in writing the first few items in my talk. This will give you some idea of how I go about explaining things in my talk - how I attempt to get ideas over to people.


I begin by describing how one can use various methods to get information across.

1) Pen and paper.

2) Blackboard and chalk.

3) Stories - both true and hypothetical.


I explain that I will try to keep things in chronological order but it will sometimes be difficult to do so. That my first story is taken out of chronological order because I want to get certain important points over at the very beginning.


My first story is a true story about a visit to see the Chief Design Engineer of a manufacturer of audio equipment. He had heard of Peter's work and wanted more information.

I introduce the IDEA of a clock because I want to show how time was elapsing whilst we were there.

So, I start my (hypothetical) clock at 1 o'clock. The Chief Engineer usually did most of his listening tests in an area within his workplace where there were his computers and his measuring equipment down one side of the room, and a small area where he had his audio equipment, so we decided to also use that room for Peter to demonstrate his techniques as it was obviously the room which the Chief Engineer was most familiar with.


We listen to the chief engineer's audio system in order to know what standard he usually listened to before Peter did any treatments. We found the sound to be 'slow', 'boring', 'sat on', so we asked if the volume control could be turned up. The Engineer said that of course it could but we had to be aware that, with the volume control higher, when the music got to a 'busy bit', then the sound would go harsh and shouty - and sure enough it did. Usually, when this happens, different people blame different items of the equipment - some blame a 'bright' cartridge., some blame the amplifier., some blame the 'bright' tweeter. I don't remember what the chief engineer blamed on this occasion, but he blamed something !!


Peter did some of his treatments on the computers and measuring equipment, some treatments on the audio system and some treatments on other things in the room.


At 1.15 pm we sat down to listen again. We all now commented that the sound was 'much better'. Peter then did some more treatments on the test equipment, the audio system and things in the room and at 1.30 pm we sat down to listen again. We all now described the sound as 'excellent' and we found that we could now turn the volume control up without the sound going harsh and shouty when the music got to a 'busy bit'. Now, this happens to many of our customers. I know it happens because they write and tell me so. They say "It is amazing, I can now turn the volume control up without the music now going harsh and shouty".


What they do not do is to go back and re assess their old beliefs. They do not say "Wait one moment, wait one moment. For the past five years I have been blaming the cartridge for the sound going harsh and shouty." or "For the past ten years I have been thinking the amplifier was to blame, or, for the past fifteen years I have been blaming the tweeter - I am using the same tweeter, I have not touched the tweeter, I have not touched the cartridge, but the sound is no longer harsh and shouty." They don't challenge their earlier beliefs - they just say "Oh, its amazing".


Peter carried out some more treatments and at 1.45 we sat down to listen again.

"Wow, that is really superb sound" we all commented.


What Peter did next was to remove a few of the treatments from the test equipment, from the audio equipment and from some things in the room and at 2.0 o'clock we sat down to listen again. The sound was dreadful and we found that we had to now turn the volume control down as the music had gone harsh and shouty again.

What happened next shocked me then and still shocks me to remember it.


The Chief Engineer said "I do not understand that Peter. I do not like the sound now and yet all you have done is to take me back to the standard we had half an hour ago which I was describing as excellent. And yet I am now cringing at the sound".


Why I was shocked was that I realised that here was a Chief Engineer, designing and making audio products who had no understanding whatsoever of how the working memory works. The working memory is part of the survival mechanism and upgrades itself completely automatically to new standards and new information IF that new information is important. During that short period of time, our working memories had upgraded themselves automatically to the new standard of 1.45 pm and did not like being taken below that standard when we listened at 2.0 o'clock after Peter had removed a few of his treatments. The cringe (at 2.0 o'clock) is our working memory shouting, kicking and screaming because it had been taken below the standard (at 1.45 pm) it had just become accustomed to !!


The important points I had wished to raise with that story was

a) Different people blame different items of equipment for the sound not being as good as they wished i.e going harsh and shouty.

b) When they do something which removes this harsh, shouty effect whilst still listening to these same items of equipment, they do not go back and re assess their previous beliefs.

c) The working memory is part of the survival mechanism and upgrades itself automatically if the new standard or new information is important.


May Belt