venerdì 1 gennaio 2010

Audio upgrades and memory working



       Salvador Dali: persistenza della memoria

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May Belt

http://www.belt.demon.co.uk/

da: Regarding my 1998 talk


Ogni anno acquisiamo nuovi clienti che non possono ovviamente conoscere a fondo la "Belt Story", iniziata nei primi anni 80.

Molti altri, con noi da più lungo tempo, hanno invece una completa conoscenza dell'effetto dei nostri articoli e delle nostre tecniche riguardo la qualità della riproduzione sonora.

Cercherò di spiegare:

Gli appassionati di audio hanno spesso una diversa opinione e un diverso metro di valutazione su ciò che deve o dovrebbe essere considerato "buono" in termini di qualità sonora.

E' sempre vivo un interesse nel cercare di ottenere un miglioramento attraverso determinate tecniche e tweaking.

Si prova, si sperimenta, e, spesso, si riesce ad ottenere un risultato apparentemente migliore.
Se il risultato di partenza fosse già giudicato "buono" , il nuovo livello suggerirebbe logicamente di ricorrere al termine "eccellente".

Ma, se si dovesse tornare indietro rimuovendo la modifica o l'applicazione dell'accessorio che ha determinato il miglioramento, sarebbe difficoltoso continuare ad utilizzare il termine "buono": riascoltando il risultato precedente ci apparirà ben peggiore di quanto ci fosse sembrato di aver memorizzato in precedenza.

Molti dei nostri clienti non sono avvezzi a questa situazione e, dopo aver ottenuto dei miglioramenti, rimangono perplessi nel riscontrare come mediocre ciò che prima credevano fosse "buono".

Qualche anno fà (1998) durante una conferenza con un gruppo di clienti ed appassionati della filosofia PWB, ho ritenuto opportuno spiegare il concetto attraverso una particolare esperienza realmente accaduta.

E' necessario stabilire l'esatta cronologia dell'episodio alfine di spiegare in modo esaustivo il concetto.

La storia inizia con una visita al laboratorio di un famoso costruttore audio.

L'ingegnere progettista aveva sentito parlare delle tecniche di Peter (Peter W. Belt) ed era interessato a conoscerle.

Assumiamo quindi le ore tredici come inizio di questa storia.

L'ingegnere effettuava le sue prove di d'ascolto in un ambiente dove, in un lato erano disposti computers e varie apparecchiature di misura mentre in un 'altro era stato ricavato uno spazio dove venivano effettuati i test d'ascolto: una situazione comune a molti laboratori di ricerca e progettazione di componenti audio.

Fu deciso quindi di effettuare in questa ambientazione, quella dove abitualmente si svolgeva la maggior parte delle prove d'ascolto, la dimostrazione delle applicazioni e delle tecniche di Peter.

Le prime impressioni d'ascolto rivelarono una mediocre qualità sonora, il suono era noioso, lento e compresso, cosicchè chiedemmo di incrementare il volume nel tentativo di rendere il risultato più coinvolgente.

L'ingegnere ovviamente acconsentì, ma non prima di averci fatto notare che incrementando il livello la musica sarebbe diventata fastidiosa da ascoltare e che il suono intrinsecamente sarebbe diventato aspro ed aggressivo.

Infatti fu questo quello che avvenne.

Quando succede qualcosa del genere, istintivamente gli apppassionati attribuiscono la colpa alle varie apparecchiature, chi alla sorgente chi ai cavi chi all'amplificatore e chi, ovviamente, anche all'acustica ambientale.

Anche in quel caso l'ingegnere incolpò alcuni particolari della catena audio come causa del cattivo risultato.

Peter effettuò a questo punto alcuni trattamenti sui computers, sulle apparecchiature di misura e su altri oggetti presenti nella stanza.

Alle 13.15, dopo gli interventi, fu riascoltato il sistema.

Tutti commentammo positivamente il risultato ottenuto e la qualità del suono fu definita " migliore".

Peter, a questo punto, effettuò dei nuovi trattamenti sulla apparechiature in funzione e su altri oggetti presenti nell'ambiente ed, alle 13.30 con una nuova prova d'ascolto, fu verificato il nuovo risultato.

Tutti, d'accordo, giudicammo il risultato come "eccellente", e scoprimmo, per conseguenza, che potevano incrementare a piacere il volume senza che il suono diventasse aspro ed aggressivo e che la musica risultasse invadente.

Ora questo accade spesso a molti nostri clienti che si meravigliano di come, dopo aver utilizzato le nostre tecniche, possano portare in alto il volume senza che il suono diventi aggressivo e confusionario, e questo nonostante qualche attimo prima il risultato fosse sembrato essere comunque "buono".

Ricevo molte richieste di informazioni su questo aspetto che è l'elemento che più stupisce dopo l'applicazione dei trattamenti ed il conseguente ottenimento di una qualità sonora superiore.

Quello che quasi mai gli appassionati fanno nelle loro prove a confronto, è il ripeterle al contrario, tornare cioè indietro dopo aver ottenuto, attraverso una qualsiasi tecnica, un miglioramento della qualità dell'ascolto.

E non si chiedono come mai e per tanto tempo abbiano creduto che fosse la sorgente, che fossero i cavi, che fossero i diffusori che fosse l'amplificatore o un problema ambientale la causa del cattivo risultato, e come mai, senza aver cambiato nulla, il suono non sia più aspro ed aggressivo.

Si limitano a dire semplicemente semplicemente: è incredibile!

Peter alle 13.45 effettuò altri trattamenti e dopo un'ulteriore prova d'ascolto giudicammo finalmente "eccellente" il risultato.

A questo punto Peter decide di rimuovere alcuni trattamenti e, alle 14, riascoltammo il risultato: il suono sembrava decisamente peggiorato e fu necessario ridurre il volume d'ascolto perchè la musica risultava nuovamente confusa e fastidiosa.

Questo meravigliò non poco l'ingegnere che ci comunicò in questi termini le sue perplessità: - Peter, non capisco, questo suono non mi piace, ma mi rendo anche conto che quello che sto ascoltando è quello che un quarto d'ora fa giudicavo eccellente!

Ciò che in quella seduta mi ha veramente meravigliato è il vedere come un capo ingegnere, progettista e costruttore di apparecchiature audio, possa non avere alcuna idea del funzionamento della working memory (memoria di lavoro).

La working memory è parte del meccanismo di sopravvivenza e si aggiorna automaticamente a nuovi standards ed a nuove informazioni, SE e QUANDO queste appaiono importanti al nostro cervello.

Durante le prove d'ascolto effettuate, la working memory si era, attraverso la ripetizione dell'ascolto dopo i vari trattamenti, autoaggiornata ad uno standard progressivamente più alto.
Il ritorno ad uno step precedente, nonostante il risultato fosse stato fino a quel momento giudicato eccellente, risultava traumatico a causa dell' acquisizione di un superiore livello di qualità e, con esso, del corrispondente aggiornamento della working memory.

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Se usciamo da un'ambiente chiuso dove diverse persone fumano o hanno fumato, e passiamo ad uno meno inquinato, la sensazione tornando al precedente è quella non riuscire più ad accettare una situazione dove, appena qualche minuto prima, ci eravamo comunque adattati.

Acquisiamo, attraverso l'esperienza di un migliore vivibilità in un ambiente più pulito, l'informazione della precedente esistenza di un pericolo per la nostra salute, ed il dato acquisito, cattivo odore e sensazione di ambiente non confortevole, resterà nella nostra memoria come un caveat nel caso ci si presentasse nuovamente un'analoga situazione.

L'acquisizione di un miglior livello di qualità sonora, ancor più se seguito da un'assuefazione a lungo termine, crea di fatto un nuovo riferimento al nostro sistema percettivo, ed in relazione a questo verranno valutate e giudicate future informazioni che ci arriveranno da futuri stimoli musicali.

Solo se questi stimoli saranno coerenti e coincidenti con ciò che avremo memorizzato come standard di qualità, li acquisiremo e li giudicheremo positivamente.

Tenderemo ad utilizzare il termine "eccezionale", quando la qualità dell'evento supererà il livello del nostro standard qualitativo acquisito, ed è intuitivo dedurre come la variabilità soggettiva dei giudizi di valore non sia soltanto in funzione del gusto ma dello standard qualitativo preesistente, ovviamente diverso da individuo ad individuo.

Concentrarsi sul piacere dell'ascolto, molto facile agli inizi in assenza di standard qualitativi acquisiti, risulterà ora difficoltoso per l'ascoltatore evoluto, a causa dalla fisiologica impossibilità a non riconoscere o ignorare i difetti che balzano evidenti all'orecchio.
Il conseguente sdoppiamento dell'attenzione, sia alla tecnica che alla musica, impedirà come conseguenza, una rilassata e sensorialmente completa fruizione del messaggio musicale.

2 commenti:

Paolo Lippe ha detto...

Molto-MOLTO INTERESSANTE!

Paolo Lippe

my job ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.