lunedì 14 luglio 2008

Verità, o arte della riproduzione ?

Teatro Olimpico. Vicenza.

Mozart: Mitridate re del Ponto. (Harnoncourt). Teatro Olimpico.



Arte come verosimiglianza all'originale o arte come generatrice di emozioni che possono superare la natura stessa di ciò che imita?

Immaginiamo un teatro ovale, i cui palchi siano affollati di spettatori dipinti nell'atto di partecipare a ciò che avviene sotto.
Alcuni spettatori non gradiscono il fatto che si pensi di far credere loro una cosa tanto inverosimile.
Viene fuori una discussione tra uno spettatore e l'avvocato dell'artista che ha avuto l'idea di dipingere gli spettatori.
Il dialogo cerca di chiarire il punto di vista dell'artista e la plausibilità di una simile scelta.

AVVOCATO DELL'ARTISTA : Vediamo se possiamo trovare un punto di contatto.

SPETTATORE: Ma quale punto di contatto! Non capisco come lei possa giustificare una simile idea !

AVVOCATO: Se va a teatro, lei non si aspetterà certo che tutto quello che vedrà li dentro sarà vero e reale!

SPETTATORE: Ovviamente no, pretendo però, che tutto mi appaia vero e reale.

AVVOCATO: Mi perdoni se la contraddico, ma io affermo che lei non lo pretende affatto.

SPETTATORE: Questo sarebbe proprio strano ! Se non lo pretendessi affatto, perchè i decoratori perderebbero il loro tempo a dipingere secondo le regole della prospettiva, perchè studiare i costumi, perchè curare l'illuminazione, perchè spendere tanto al fine di trasportarmi nel tempo in cui avviene l'opera? Perchè gli attori recitano in modo da farmi dimenticare l'inganno al fine di farmi vedere non un'imitazione, ma la cosa reale ?

AVVOCATO: Lei descrive benissimo le sue sensazioni, ma cosa direbbe se io obiettassi che nessuna rappresentazione a lei appare reale come lei dice, ma di tutte è cosciente che siano soltanto pallide imitazioni del vero!

SPETTATORE: Mi porti degli esempi.

AVVOCATO: Se si trova all'opera lei prova un piacere vivo e completo, non è vero?

SPETTATORE: Se tutto funziona, si.

AVVOCATO: Ma quegli attori e cantanti che si sgolano esprimendo sentimenti, odio, amore, passione, che si azzuffano e si dividono cantando, le appaiono realmente veri e credibili ?

SPETTATORE: In verità , a ben riflettere, non oso affermarlo.

AVVOCATO: E di tutto ciò tuttavia lei e' contento e soddisfatto, non è vero questo ?

SPETTATORE: Senza dubbio.

AVVOCATO: Non si sente quindi ingannato ?

SPETTATORE: A dire il vero, si e no.

AVVOCATO: Quindi la sensazione di essere trasportati con un'opera ,in realtà è un inganno ?

SPETTATORE: Malvolentieri ammetto che in parte è vero.

AVVOCATO: Eppure anche questo non è vero , a volte lei è completamente trasportato e dimentica se stesso come se fosse completamente incantato !

SPETTATORE: Mi è accaduto in effetti qualche volta.

AVVOCATO: Mi può dire quando ?

SPETTATORE: In molti casi, quando, penso, ogni cosa sta funzionando al meglio.

AVVOCATO: Possiamo allora attribuire all'opera d'arte, non la verità di ciò che imita, ma una verità interiore che va ben oltre di ciò che appare.
Un'opera d'arte può essere desiderata come sola imitazione della natura, soltanto da un destinatario incolto, comunque utile e prezioso per l'artista.
Il vero appassionato non guarda solo la perfezione di ciò che è imitato, ma la ricchezza spirituale ed il divino del piccolo mondo artistico.

(libera sintesi da uno scritto di Goethe sulla verosimiglianza dell'arte)

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