giovedì 2 maggio 2013

Franco Serblin Ktema: con entusiasmo, per l'entusiasmo.



Come può la ragione governare l'entusiasmo? Un poeta traccia dapprima l'ordito della sua opera; e la ragione guida la sua penna. Ma, se vuole animare i personaggi e infondere loro la forza delle passioni, allora l'immaginazione si accende e subentra l'entusiasmo; è come un corsiero che prenda la mano, ma corra lungo una strada regolarmente tracciata.

(Voltaire, Dizionario filosofico)


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Differenti condizioni logistiche impediscono, di fatto, la formulazione di un'esatta e scientifica trattazione dell'importante aspetto che riguarda il rapporto fra diffusore ed ambiente.
Le modalità di installazione in ambiente del mio progetto Ktema, non si discostano genericamente,dalle ormai universalmente accettate regole canoniche che prevedono una certa distanza del diffusore dalle pareti laterali e da quella posteriore alfine di preservare la correttezza timbrica, il senso della profondità e ridurre l'insorgere di eventuali colorazioni.
Non mancano certamente  trattazioni di ogni genere, facilmente consultabili, riguardo ogni parametro teorico sulla corretta installazione di un sistema di riproduzione musicale in un determinato ambiente.
Sarebbero però utili, a mio parere, alcune considerazioni filosofiche su quale debba essere la finalità di una buona installazione ed a quale ottimale risultato essa debba preludere, come pure, al di la di un'ovvia valutazione soggettiva, quale particolare obiettivo abbia  ispirato le scelte di alcune soluzioni tecniche del mio progetto.

Molti degli aspetti del progetto Ktema,  la guida d'onda per le basse frequenze, l'eliminazione del parallelismo delle pareti, la ridottissima sezione frontale , la scelta di quattro vie con due midrange, la particolare attenzione a soluzioni e dettagli apparentemente secondari come il crossover, i cablaggi, la componentistica passiva, sembrano, come dovrebbe,  essere stati finalizzati all'ottimizzazione o, quantomeno, ad una corretta  implementazione di oggettivi parametri elettroacustici.
La formale correttezza  di  ogni soluzione tecnica viene abitualmente  ritenuta come condizione necessaria per la ricerca di una equilibrata e lineare riproduzione del segnale, per la massima  precisione della ricostruzione spaziale, per la neutralità del bilanciamento tonale e per la massima raffinatezza del dettaglio musicale.
Il risultato è spesso un riproduttore di musica formalmente ineccepibile che potrebbe, però, essere giudicato da un certo tipo di ascoltatore come eccessivamente controllato, "troppo" serio !
Gli ascoltatori orientali preferiscono, abitualmente, sistemi di riproduzione che li coinvolgano emotivamente come l'abbraccio di  amico o un'amante.
Quando un appassionato giapponese discute di un componente audio, si esprime e si comporta  come un direttore d'orchestra con uno dei suoi musicisti.
Diversamente  un americano o un europeo, prioritariamente, sembra ricercare l'accuratezza e la precisione della riproduzione come condizione necessaria affinchè  se ne percepisca la verosimiglianza.
Con le espressioni "You are there" e "just like live",  gli occidentali esprimono  la sensazione di essere fisicamente presenti all'avvenimento, sensazione che associano all'estrema accuratezza della riproduzione.

Ma è realmente sufficiente una riproduzione accurata perchè si crei automaticamente un'emozione?
A mio parere, no.
Una fotografia non è necessariamente più coinvolgente di un dipinto.
Oggi, davanti ad una riproduzione musicale, un appassionato inconsciamente si chiede:
Sono emotivamente coinvolto dal messaggio musicale?
Ascoltare questa  musica mi provoca un particolare piacere ?
Che tipo, che qualità, quanta emozione il sistema di riproduzione riesce a trasferirmi?
Ecco, forse non  basta più  la sensazione di essere presente all'evento, non è più sufficiente che una riproduzione sia credibile e verosimile, è necessario che la musica  metta in comunicazione, attraverso l'esecutore, il cuore dell'ascoltatore con una realtà trascendente.
Nessun dato, nessuna caratteristica tecnica  potrà mai specificare se questo trasporto possa avvenire o meno.
Potremo acquisirlo soltanto emotivamente, attraverso un'esperienza diretta.
Forse risulta limitante, oggi,   progettare soltanto per l'accuratezza, per il dettaglio, per la precisione e per la linearità.
Nel migliore dei casi saranno soltanto questi i parametri che ,forse, riusciremo ad ottenere.
Espandere le priorità del progetto, progettare  per la bellezza e per il cuore, è un imperativo affinchè la verità fotografica lasci il posto alla verità emozionale, affinchè questa possa generare entusiasmo.
Nel riprodurre musica, ogni operazione, dalla scelta delle apparecchiature complementari alla modalità di installazione e quant'altro, dovrebbe essere esclusivamente finalizzata al raggiungimento dell'entusiasmo, mio originario e prioritario obiettivo.

Franco Serblin

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