domenica 19 ottobre 2008
La musica non esiste!
Non esiste una prova scientifica dell'esistenza della musica.
Il Dr. Harvey Rosemberg,il dottore per gli audiofili americani, è stato uno dei massimi esperti mondiali di circuitazioni valvolari.
Progettista e filosofo dell'audio, erede spirituale di Julius Futterman, il padre della circuitazione OTL, non rappresentava assolutamente la categoria degli scientisti, il suo approccio anticonvenzionale alla musica ed alla sua riproduzione e fruizione lo ha collocato nel libro dei miti dell'audio.
Il suo sito, con una selezione dei suoi scritti ed articoli, a sette anni dalla sua scomparsa è mantenuto in vita da chi lo ha amato e seguito.
Uno dei suoi ultimi articoli proclama la scientifica inesistenza della musica.
- Vi comunico che sta per iniziare un nuovo secolo di arte audio e che è sempre valido il principio che per tecnici e scientisti la musica semplicemente non esiste, perchè non esiste prova scientifica della sua esistenza!
Essa non può essere ne pesata, ne misurata o quantificata.-
Nota: L'industria impiega migliaia di tecnici titolati, che lavorano per
l'avanzamento della nostra percezione della qualità musicale!
Voi, io e milioni di persone sanno che la musica esiste perchè la percepiamo con il nostro corpo, al di fuori di esso esiste solo un rumore, che diventa musica soltanto quando sarà entrato dentro di noi e quando lo avremo decodificato e riconosciuto come musica.
La Musica non ha un'esistenza indipendente, la Musica è solo emozione e profonda esperienza fisica e spirituale.
Ma per gli scientisti questa, una delle più comuni emozioni umane, non esiste perchè, come il coraggio, l'amore, l'odio, la speranza, non può essere quantificata.
Le sensazioni, le esperienze, le emozioni, che sono il fondamento della cultura, poichè non possono essere scientificamente misurate,per loro non esistono, anzi, devono essere combattute in quanto rappresentano un ostacolo all'esattezza ed all'attendibilità della misura.
Cosmologhi, fisici, astronomi, che operano con strumentazioni enormemente più sofisticate di quelle degli ingegneri audio, ammettono candidamente che non conoscono più del dieci per cento della realta dell'universo.
Queste scienze vantano migliaia di anni di studi, eppure c'è l'onestà intellettuale che porta a questa umile dichiarazione.
Che dire dell'arroganza di una scienza giovane come quella dell'audio che pretende di poter spiegare tecnicamente fenomeni irripetibili per definizione e che hanno a che fare prevalentemente con il nostro sistema percettivo ?
Potete immaginare un'Audio Engineering Society che dichiari:
- Conosciamo non più del dieci per cento di come funziona un circuito riguardo la capacità di influenzare o far percepire la qualità del suono e della musica.-
Ed allora che fanno gli ingegneri audio per vivere? Misurano rumore e distorsione con fede immensa e cieca.
Ed ecco il paradosso: un ingegnere audio, che si sforza di eliminare le suggestioni e le credenze della fallace percezione, si ritrova ad operare solamente sulla base di una cieca fede, mai provata, che vi sia una forte relazione fra il rumore studiato e la qualità musicale percepita.
Ovviamente questo procedimento è antitetico al procedimento scientifico di ricerca ed investigazione, essendo il fine della ricerca un'entità immisurabile!
E' impossibile disegnare e progettare un circuito di un'apparecchiatura senza le tradizionali misure di linearità e distorsione, ma queste, come qualsiasi altro tipo di misura, ci dicono ben poco, allo stato attuale, sulla loro relazione con la qualità musicale che dovrebbero garantire.
Per parlare dell'influenza della cultura: ammettendo che l'ingegnere sia un raffinato cultore della musica, notoriamente predeterminata culturalmente, che opinioni e sensibilità avrà un'ingegnere svedese rispetto ad uno messicano, un birmano rispetto ad un'africano?
Che dire quindi dell'integrità intellettuale di un industria e di progettisti e tecnici che da decenni, utilizzano misure di distorsione e linearità allo scopo di convincere il consumatore che ci sia una relazione fra queste e la musica?
Quante le circuitazioni rivoluzionarie che ci hanno presentato, quanti i nuovi metodi di misurazione, quante le dichiarazioni di perfezione ?
Come per le sigarette, le riviste di audio dovrebbero riportare in prima pagina un'avvertimento per i lettori:
ATTENZIONE:
NON ESISTE UNA PROVA SCIENTIFICA DELL'ESISTENZA DELLA MUSICA.
LE MISURE PUBBLICATE SONO EFFETTUATE CON SEGNALI E RUMORI E NON HANNO, QUINDI, ALCUNA RELAZIONE CON LA PERCEZIONE DELLA QUALITA' MUSICALE.
Quando la comunità audio prenderà atto della bassissima conoscenza di ciò che attiene alla relazione tra tecnologia e qualità musicale, e, quando nella ricerca sarà dato il giusto spazio all'orecchio, allora e solo allora si potrà sperare in un deciso avanzamento dell'arte dell'audio verso il suo vero potenziale, ben distante da quello attuale.
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