domenica 3 agosto 2008

Pierre Johannet: suono e rete ionostatica.


Assodata, almeno a livello teorico,la non omogeneità statica dell'aria (vedi post precedente "Suono ed aria"), 10 anni di ricerche portano Pierre Johannet alla conclusione che microturbolenze, generate da particolari condizioni atmosferiche nell'ambiente, o causate da emissioni da parte del sistema di riproduzione, possano inquinare la trasmissione dell'onda sonora.
La soluzione , ammessa la validità dell'ipotesi del degrado del suono causato dagli ioni Langevin, consiste nella loro neutralizzazione durante il loro ciclo di vita naturale che è di circa un'ora .
Il fenomeno di agglomerazione e la loro sparizione avviene a diverse frequenze, 1.90 Ghz, 2.94 Ghz, 4.68 Ghz, 6.25 Ghz, tutte come si può notare nella gamma dei gigahertz che è la gamma dei telefoni portatili e di altri canali moderni di telecomunicazione.
Le sorgenti principali potenzialmente in grado di emettere onde ad alta frequenza provenienti da ioni assorbiti, e capaci di eccitare gli ioni Langevin della rete ionostatica, sono, in ordine di virulenza:
Gli altoparlanti.
I cavi di alimentazione ed i circuiti di alimentazione a 50 hz.
Le apparecchiature elettroniche.
I cavi di interconnessione.

Le ricerche di Johannet culminano nella progettazione di un potente ionizzatore , ovvero un generatore di ioni negativi allo scopo di neutralizzare i positivi presenti in eccesso nell'aria, responsabili, nel campo della riproduzione audio, di un peggioramento della qualità musicale, ma capaci anche di incidere negativamente sul benessere fisico e sullo stato mentale, sotto forma di nervosismo, irritabilità, ed instabilità di carattere.
Il posizionamento di uno ionizzatore in funzione della qualità dell'audio, prevede il collocamento ad un'altezza da terra di almeno 60 cm, uno ionizzatore poggiato a terra risulta praticamente inefficace.
La migliore soluzione sarebbe quella di utilizzare due ionizzatori, uno su ogni diffusore acustico che, come già detto, è la sorgente principale delle perturbazioni.
Il miglioramento della qualità dell'aria e per conseguenza del suono riprodotto è pressocchè immediato all'attivazione del dispositivo.
Il degrado del suono, avviene invece, progressivamente al suo spegnimento, essendo necessario per la formazione degli ioni pesanti o Langevin , circa un quarto d'ora.
Installando uno ionizzatore vicino un altoparlante, il suono tenderà ad apparire proveniente in prevalenza dallo ionizzatore come la fiamma attorno ad un fiammifero.
La direttività degli altoparlanti sembrerà molto ridotta, favorendo la sensazione di sparizione della provenienza del suono e la ricreazione di un più ampio palcoscenico sonoro.
Sembra inoltre ridursi la necessità e l'importanza di un trattamento acustico tradizionale.
Dulcis in fundo si ha finalmente la possibilità di una conversazione a bassa voce in presenza di un ascolto a medio livello, una sensazione quindi, come di una riproduzione "silenziosa" , molto difficile da ottenere senza un'estrema attenzione ad una miriade di accorgimenti, l'ottenimento quindi del famoso nero, cioè la sensazione che i suoni sembrino staccarsi da un fondo di silenzio.

Per quanto riguarda la pura qualità del suono, gli apparenti vantaggi sono:

Una gamma bassa e medio bassa più corposa e coerente.
Una zona medio acuta più dolce , ma contemporaneamente più aperta e dinamica.
Una maggiore capacità della percezione della volontà dell'artista e del compositore, una maggiore facilità ad entrare nella logica dell'esecuzione, parametri fondamentali del concetto di musicalità.

E' necessario a questo punto chiarire che l'uso di un ionizzatore non mette in secondo piano la qualità di un sistema di riproduzione.
La sua azione sulla qualità sonora potrebbe essere paragonabile a quella di un temporale che, ripulita l'aria, permetta una visione luminosa e dettagliata della bellezza di un panorama.
Fumo ed inquinamento, opacizzando l'aria, possono offuscare la vista del più bello dei paesaggi e la foschia può anche cancellarlo dalla vista. L'aria , inquinata in senso lato, potrebbe essere responsabile della percezione di una cattiva qualità dell'ascolto, che, in alcuni giorni o in certi momenti, può apparire più accentuata.
Ad oggi la variabilità del suono di un impianto è un fenomeno accettato ed attribuito alle più svariate cause, sempre però di natura elettronica o psicofisica.
Le teorie di Johannet aprono un nuovo modo di considerare il problema dell' instabilità delle prestazioni di una catena audio ma mettono anche in discussione l'ordine delle priorità da seguire al fine dell'ottenimento di un risultato emotivamente coinvolgente e piacevolmente musicale.