La nascita di Ktéma
Mi presento:
Sono Ktéma, un diffusore acustico, nata per raccontare, con il linguaggio della Musica, ciò che non può essere narrato neppure con le parole più segrete.
Sono stata forgiata dall’unione della vecchia e perseverante esperienza con lo spirito leggero, libero ed indagatore.
La mia nascita è stata frutto del caso, dello strano destino di situazioni ed eventi, semplici all'apparenza, ma nondimeno affascinanti per la loro capacità di generare grandi passioni e grandi entusiasmi.
Un misterioso inanellarsi di vicende, una semplice frase scritta con un pennarello a margine di uno schema elettrico, ha rappresentato l’ìncipit del tutto, un laborioso progetto che pian piano ha preso corpo e spessore.
Un amico, con il quale per molti anni il mio creatore aveva costantemente intessuto una puntuale ed attenta ricerca mirata al significato profondo del "fare riproduzione musicale", con due semplici righe in un foglietto tracciò un giorno un'ipotesi che metteva in discussione tutto quanto realizzato fino a quel momento:
A quando un diffusore "Ktema es aei" in alternativa ai tanti "Panta rei" ?
Lo storico greco Tucidide introdusse una concezione ciclica della storia, dalla quale deriva la necessità di conoscere il passato per poter comprendere il presente e, nei limiti dell'umano, prevedere il futuro; la storia quindi è κτῆμα ἐς αἰεί (Ktêma es aei, possesso perenne), ha cioè dei principi universali che sono validi per ogni epoca.
Obiettivo suggerito quindi, realizzare un diffusore acustico che rappresentasse altrettanto un'acquisizione perenne e duratura, musicalmente non scalfibile dal tempo, ed in alternativa ai tanti oggetti "panta rei", tutto passa e viene superato, tipici di un mercato che non ha certamente la Musica come obiettivo primario.
Un invito dunque, alla fine di un ciclo, a realizzare qualcosa che “rimanesse”, che potesse rappresentare un “valore per sempre” in un mondo in perenne divenire.
Un' alternativa a tecnologie e ricerche, per definizione sempre nuove ed avanzate, ma spesso viziate da un continuo e sterile superamento di se stesse.
Era necessario quindi riuscire a trovare una stabilità nella impetuosa e continua “corrente” delle forma e della sostanza e fu subito chiaro quanto la sfida fosse davvero affascinante!
Dopo un iniziale sconcerto, l'entusiasmo pervase il mio “formatore”.
Lo stimolava l'idea di dedicare la sua futura attività progettuale ad una “testimonianza” che potesse persistere nel tempo, quasi una “scialuppa”, galleggiante sulle imprescindibili onde del “panta rei”…
"Exegi monumentum aere perennius"....
Ho eretto un monumento più duraturo del bronzo...., con questa frase iniziava un'ode autocelebrativa del poeta latino Orazio, volta a sottolineare il desiderio, umano, di affidare a qualcosa che rimane, la traccia del proprio passaggio .
Il mitico "Snail" con la sua leonardesca struttura aveva dato l'avvio ad un nuovo modo di concepire il trasduttore musicale.
Da allora, nel tempo, Il mio progettista aveva sempre mantenuto un coerente approccio, una caparbia e spontanea artigianalità che aveva rappresentato un saldo continuum nella realizzazione di tutti i figli di quel progetto, figli di una stessa ispirazione e di un costante desiderio di bellezza e di semplicità. Ricordo con grande affetto le mie antenate “Parva” la piccola “Minima”, la sua sorella maggiore “Minima Amator”, e poi Electa, Extrema, Guarneri, Stradivari, Amati..., il mio albero genealogico è ricco di strumenti di musica che, a loro tempo e modo, hanno accompagnato e sottolineato le esperienze musicali di appassionati di tutto il mondo.
Diceva Oscar Wilde: La fantasia imita, è lo spirito critico quello che crea.
Il mio creatore mi voleva diversa, non mi voleva come un'imitazione delle mie pur nobili antenate, consapevole che questo inventare e progredire avrebbe significato per lui il dover mettere in discussione sofferte acquisizioni del passato, il dover infrangere regole e comode verità acquisite, il dover scavare, approfondire, sintetizzare, complicare, semplificare.. accettare lo stimolo di non gratificanti critiche, seguire insomma una strada dissestata quando ne avrebbe potuta percorrere una molto più agevole.
Il greco Pindaro ricordava spesso che i giorni che verranno saranno i testimoni più saggi di ciò che oggi creiamo.
Capisco che, per definizione, non vi possa essere “un prodotto” tale da poter resistere all’assalto del nuovo ed all’evoluzione delle tecniche, ma è pur vero che una certa "essenza” e “ragion d’essere", correlate a funzionalità, correttezza ed universalità, possano non poco contribuire affinchè qualcosa possa scavalcare il condizionamento e l’usura delle mode e del tempo.
Dovevo io, quindi, incarnare “un principio reggente”, immutabile nel tempo e contemporaneamente “materializzato” nel prodotto concepito… dovevo essere la mirabile fusione del “ktéma eis aei”, acquisizione perenne, con il “panta rei”, tutto scorre !
Avrei potuto essere un grande ed importante oggetto, maestoso e possente, tale da frastornare e stupire, con possibilità acustiche oltre il limite della percezione.
Avrei potuto avere illimitate regolazioni, molte voci e differenti personalità.
Il bisogno di semplice verità e “misura”, invece, è sempre stato il il motivo conduttore, che ha informato e retto il progetto dal quale io sono nata, progetto che non poteva non tenere in salda considerazione la necessità e la prioritaria esigenza di ogni vero e normale appassionato di musica: la credibilità e l'evocatività dell’evento musicale riprodotto.
Sono stata voluta, insomma, come creazione fresca, consapevole ed innovativa: una stimolante e piacevole compagna di tanti viaggi musicali.
Dovevo essere portatrice di un nuovo e forte concetto, ma nel contempo essere dotata di eleganza, funzionalità e facile fruibilità.
Molti, pertanto, i vettori che dovevano combinarsi per sfociare infine nella lucida concezione della mia nascita, e parecchi di questi, assolutamente anticonvenzionali.
Da molto tempo, prima che io nascessi, nella mente del mio realizzatore turbinava un pensiero, un’idea: riuscire ad evidenziare, nella scatola sonora che racchiude l’evento musicale riprodotto, ciò che più conta, ciò che maggiormente cattura l’attenzione dell’ascoltatore.
E’ così che è sbocciata la convinzione di dover sottolineare il “proscenio”, il luogo centrale dell’evento, convinzione che ha dato un perché alla mia forma ben precisa.
Atene: Herodes Atticus
Fonte di ispirazione di Ktema per forma e funzione
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Forse è stato proprio il sentire la necessità di riprodurre l’evento musicale nel modo più immediato, naturale e semplice possibile, che ha stimolato il desiderio di privilegiare il centro ideale del palcoscenico, il fulcro di ogni rappresentazione, quel proscenio che è
il luogo ove avviene l’azione scenica, ove l’ attenzione si concentra, ove si percepisce lo spazio virtuale che circonda il concertista, il solista, il cantante, l’elemento.
Ed è attorno a questo punto che si articola lo sviluppo del “contorno”, l’orchestra, il complesso cameristico, il gruppo degli strumentisti.
Un centro ed il suo spazio circostante. E' stata quindi una ben precisa scelta di campo il voler dedicare il massimo dell’attenzione al non disturbare, al non “sporcare” la parte centrale dello spettro acustico, la parte più delicata e sensibile dove l’orecchio percepisce le più insignificanti variazioni, dove la ricchezza e completezza armonica mettono in risalto la realtà timbrica degli strumenti, dove una minima alterazione della "fase" delle informazioni musicali potrebbe compromettere l'integrità e la naturalezza della riproduzione.
La “parte di contorno”, giusto supporto della parte solistica, acquisisce quindi una sua valenza ben precisa: una diffusione posteriore che accompagna e si integra con il “cuore” della musica senza invaderla, senza offuscarla.
Un registro grave ottimizzato attraverso una innovativa guida d’onda (seguendo la strada maestra tracciata da illustri maestri come Allison, Klipsch, Snell, Berkovitz… Guida d'onda, oggetto di una lunghissima ed attenta accordatura, alla fine sfociata in una nuova particolarità: offrire alle membrane degli altoparlanti una uguale “resistenza” sia per l’onda anteriore che per quella posteriore, creando, nell'oscillazione, una “sincronicità” assolutamente inaspettata.
Centro e spazio circostante, dunque: un punto nodale ed un supporto di contorno.
Scelta chiarissima da cui la progettazione e la costruzione della mia intelaiatura e del mio "vestito".
Io so che diversi anni sono trascorsi per selezionare e scegliere quei tre componenti inseriti nella mia parte frontale e so anche che quei tre trasduttori rappresentano lo stato dell’arte della componentistica ed incarnano una consolidata realtà, convalidata dai più prestigiosi laboratori di ricerca e da continui ed attenti ascolti So anche che prioritaria è stata la consapevolezza del fine ultimo della riproduzione musicale, non quello di semplicemente adeguarsi a specifici parametri tecnici, bensì, pur nell’obbligatorio rispetto della scienza, quello della “felicità” dell’orecchio dell’ascoltatore
Certo, alla fine il piacere e le emozioni derivate dal mio ascolto saranno sempre direttamente correlate alla sensibilità, alla cultura e alla conoscenza musicale dei miei ascoltatori.
Per questo ho trascorso un lungo periodo di verifica e di maturazione, ospite per un anno in casa di Andrea Bocelli e l’ammirazione e la stima che ha dimostrato per me, mi ha inorgoglita e resa sicura sul mio “modo” di porgere e sulla mia, personalissima, “versione dei fatti”…..
Così , di me, Andrea ha scritto al mio progettista la prima volta che mi ha ascoltata:
Carissimo Sig Serblin,
sono seduto di fronte ai diffusori, … e ascoltando il mio album…. ho sentito il bisogno di afferrare il computer e di scriverLe…. e congratularmi con Lei, per la qualità di questi diffusori e il piacere che conferiscono all'ascolto.
Anche la mia voce sembra più bella e calda!
I miei amici e produttori americani sono rimasti affascinati dalla pulizia e dalla presenza del suono.
Un vero e proprio teatro in casa, dove il cantante è proprio lì.. davanti a te..
….. congratulazioni vivissime per un "valore che è per sempre"...
Andrea Bocelli.
Ora non mi resta che augurare anche a voi un buon ascolto…
Vostra
Ktéma
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Specifications:
- Geometry: four-way topology, five units. The two low-frequency radiators are compression-loaded and room-interfaced at the lower part of the rear of the enclosure. Above the “fusion” frequency, the mid-high cardioid radiators reproduce the significant part of the spectrum, at the top section of the front of the cabinet.
- The cabinet is a rigid, triple arch-shaped structure. The two lateral front cheeks are concave, while the woofer compressor is convex.
- The tweeter is a well-established and time-proven 28mm soft-dome unit, created by Ragnar Lian, one of the greatest Danish masters of transducer design.
- The midrange array consists of two custom-made 4in units in a step-compensated baffle, in a cardioid acoustic-resistance configuration, for the most accurate reproduction of the musical perspective.
- The woofers are custom-made 9in metal cone, piston performance-optimised units, in a compression-controlled and room-interfaced configuration.
- The crossover is a mutational variable slope, coherent spatial radiation design.
- Yter pure Silver-Palladium mono-wiring used throughout.
Frequency Response: 26Hz - 33Khz, in room
Nominal Impedance: 4 ohm (minimum 3, 2 ohm at 70 Hz)
Sensitivity: 92 dB/W/m
Minimum power amplifier: 20W per channel
Dimensions: 42,5 cm × 46 cm × 111 cm (unpacked)
52 cm × 57 cm × 110,5 cm (packed)
Weight: 110 kg/pair (unpacked) - 127 kg/pair (packed)
Finishing: High gloss piano black, hand-polished aluminium top & bottom
Satin Sycamore, hand-polished aluminium top & bottom
http://www.francoserblin.it/