martedì 7 luglio 2009

Nunc (non) est bibendum



L'alcool diminuisce la capacità uditiva.

Ricercatori inglesi dell'University College of London Hospitals hanno sottoposto a test un gruppo di adulti in ottima salute fra i venti e i quarant'anni di età e misurato la capacità uditiva da sobri e dopo aver consumato alcool.
Il risultato è che l'assunzione di bevande alcoliche rende l'udito meno acuto.
Il test è stato effettuato in laboratorio seguendo una metodologia scientifica, ed il test audiometrico ha rivelato una corrispondenza tra assunzione di alcool e riduzione della sensibilità uditiva.
Un ulteriore risultato del test ha mostrato una maggiore sensibilità al problema da parte dei soggetti più anziani rispetto ai più giovani.
Ma il risultato più interessante, almeno per la materia che ci riguarda, è che la perdita di sensibilità è maggiore alle basse frequenze, il che porterebbe ad una spiegazione dell'elevato livello di pressione della gamma bassa utilizzato nelle discoteche che avrebbe lo scopo di compensare l'attenuazione fisiologica in un ambiente dove l'uso di alcolici è abitualmente superiore alla media.
Fortunatamente la perdita di sensibilità risulta temporanea e dopo poche ore tutto ritorna alla normalità.
Rimane la questione: perchè l'alcool influenza e riduce la capacità uditiva?
Due le scuole di pensiero:
La prima ipotizza che l'alcool sia in grado di determinare un malfunzionamento del complesso sistema dell'orecchio interno, coclea ed organi ciliari che stimolano il nervo uditivo.
La seconda asserisce che l'alcool sia in grado di influenzare e ridurre la capacità del cervello di decifrare le informazioni regolarmente trasferite dal nervo acustico.
In ogni caso è evidente l'attinenza con la "Cocktail deafness" cioè il progressivo innalzamento del volume sonoro nei locali dove si utilizza musica col passare del tempo evidentemente legato all' incremento dell'assunzione alcoolica.

Alcune personali esperienze condotte nell'ottica di una valutazione dell'influenza ambientale sulla percezione uditiva hanno dimostrato una sensibilità dell'ascoltatore di musica riprodotta alla semplice presenza di alcool posto a distanza ravvicinata con un effetto simile a quello evidenziato dai ricercatori inglesi ovvero la sensazione di un incremento delle medie frequenze legato anche ad una diminuita percezione delle basse.
Il progressivo allontanamento fisico degli alcolici dall'ascoltatore diminuiva drasticamente la loro influenza sulla capacità di decifrare le informazioni musicali da cui il conseguente ritorno alla sensazione della qualità d'ascolto originaria.

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